L’acqua è un bene primario per la sopravvivenza dell’uomo e, nel corso della storia, tutte le grandi civiltà sono nate vicine a fonti d’acqua potabile, come in Egitto ed in Mesopotamia.
Anche su Wikipedia si legge: “La risoluzione ONU del 28 luglio 2010 dichiara per la prima volta nella storia il diritto all’acqua “un diritto umano universale e fondamentale”.
Non risulta quindi un controsenso doverla pagare, e pure cara?
Storia dell’acqua imbottigliata, controsensi e conseguenze
La consuetudine di imbottigliare e commercializzare l’acqua è relativamente recente, infatti solo dal 1840 gli impianti di imbottigliamento cominciarono a chiudere con il tappo le bottiglie.
Chiudere le bottiglie fu un metodo rivoluzionario per non disperdere l’acqua e renderla più sicura, infatti precedentemente, ai tempi dei romani, l’acqua che veniva immessa dentro le anfore era solo quella termale e veniva usata a scopi curativi.
Ma se torniamo non troppo indietro, anche i nostri genitori prendevano l’acqua alla fontana, gratuitamente, e con le proprie bottiglie in vetro chiuse dal tappo detto a chiusura meccanica “jumper”.
Ricordiamoci che l’accesso all’acqua potabile è imprescindibile per la vita umana, sia a tavola che per l’utilizzo in cucina e per la pulizia della persona, dei vestiti e della casa.
Quindi che la paghiamo perché ci arrivi, pulita, fino a casa ha senso, ma che dobbiamo pagarla per averla in bottiglia e, spesso, alterata proprio per la plastica che viene usata per contenerla?
E se l’acqua del rubinetto è potabile, perché tantissimi ancora si ostinano a comprarla in bottiglia spendendo molto e producendo una valanga di rifiuti di plastica?
Sapevate che l’Italia è il primo stato per consumo di acqua in bottiglia in Europa e il terzo in tutto il mondo?
Questo perché il business dietro alla vendita dell’acqua minerale imbottigliata è enorme, così come anche l’inquinamento da bottiglie e bottigliette di plastica disperse nell’ambiente.
Il mercato dell’acqua in bottiglia non vende acqua bensì plastica
Se tutti ci fermassimo un attimo a ragionare sul concetto del vendere un bene primario, forse ci verrebbe la voglia di trovare informazioni su come evitare di dare i nostri soldi a chi imbottiglia l’acqua.
Sarebbe come pagare per l’aria che respiriamo, se ci pensate. Senza aria non si può vivere, ma nemmeno senza acqua, che è alla base delle buone pratiche per il proprio benessere fisico, come abbiamo già visto in questo articolo.
Le aziende venditrici di acqua in bottiglia comprano a cifre irrisorie per litro, alle regioni in cui si trovano le fonti, e poi la rivendono aumentando il prezzo per guadagni stratosferici.
Considerando che la diffusione degli imballaggi in plastica è dovuta al bassissimo costo della materia prima, è ancora più chiaro il guadagno che le aziende ne ricavano, a discapito dell’ambiente e anche della qualità finale del prodotto.
Ogni anno solo in Italia vengono vendute (e quindi gettate) 8 miliardi di bottiglie di plastica.
Incredibile no?
Le acque tra l’altro non sono tutte uguali, nell’articolo del Corriere si legge della comparazione tra 79 marche di acqua in bottiglia diverse, illustrandone le diverse caratteristiche e a cosa andrebbe fatto attenzione quando si sceglie una marca piuttosto che un’altra, come i tipi di minerali in essa presenti e altri parametri.
In realtà però le aziende imbottigliatrici non sono obbligate a riportare la data di imbottigliamento dell’acqua e questo risulta scorretto in quanto, sebbene non scada (come si legge nell’articolo di Focus), l’acqua può perdere le sue proprietà organolettiche nel tempo, oltre che assorbire sostanze nocive se sottoposta a continui sbalzi termici durante il trasporto.
A quel punto la scelta della marca non è più sicura in quanto i parametri da controllare possono essere stati alterati prima di essere consumata.
Ma come smettere di acquistare acqua in bottiglia ed accedere a questo bene fondamentale senza sforzo e azzerando il nostro impatto sull’ambiente?
Filtri, purificatori e impianti casalinghi per bere acqua del rubinetto
Avevamo già parlato QUI di come purificare l’acqua del rubinetto: ogni metodo è spiegato nei suoi pro e contro.
Esistono infatti diversi modi per risparmiare, sia in termini economici che ambientali, nell’acquisto di acqua da bere, guadagnando anche in salute.
L’acqua che arriva a casa nostra, infatti, è sicuramente tra le più controllate e sicure, anche rispetto a quella in bottiglia, ma permangono dei residui dati dai tubi in cui questa passa, che potrebbero aver bisogno di manutenzione.
Una ricerca spagnola ha stimato che l’acqua in bottiglia ha un impatto di 1400 volte maggiore sugli ecosistemi e 3500 volte superiore, parlando di consumo di risorse, rispetto a quella in bottiglia.
Per questo motivo si possono acquistare filtri, purificatori e impianti, oltre che caraffe con filtro o carbone attivo per rendere ancora più sicura l’acqua.
Per conoscere i migliori purificatori d’acqua leggi questo articolo che ha realizzato una ricerca specifica sui migliori depuratori casalinghi sotto i 500€, da installare in casa, sotto il lavello della cucina.
Bere non è una scelta, ma una necessità per la nostra salute e quella di tutti gli esseri viventi, quindi perchè non renderla un’azione più sostenibile?