La tradizione culinaria veneta si basa sostanzialmente su quattro alimenti, che sono baccalà, riso, fagioli e polenta. Grazie a questi quattro semplici elementi di base è possibile ricreare tantissime ricette particolari e saporite che ormai fanno parte del patrimonio gastronomico del Veneto.
Ad esempio la farina è stata importata nel cinquecento mentre i fagioli sono abbastanza recenti. Il riso si diffonde in Italia nel 1500 coltivato nelle pianure di Roverchiara e di Palù.
Uno dei piatti forti della cucina veneta è senza dubbio il baccalà. Ognuno di questi ingredienti viene valorizzato al meglio per ottenere dei piatti tipici davvero gustosi e saporiti.
Ricette a base di baccalà, la tradizione veneta
Il baccalà, un merluzzo lasciato riposare sotto sale, è sicuramente uno dei piatti più gustosi e tipici.
Le ricette venete a base di baccalà sono davvero numerose perché questo pesce è alla base della cucina tradizionale. Viene spesso chiamato stoccafisso, anche se come sappiamo ci sono delle basilari differenze fra baccalà e stoccafisso, essendo che il primo è merluzzo seccato e il secondo merluzzo salato.
In ogni caso il baccalà veneto viene importato dai mari del Nord e serve per ottenere delle ricette davvero fantastiche, ecco qua la ricetta del baccalà mantecato se volete provarla è veramente gustosa. Si ottiene una cremina morbida che in genere si accompagna con la polenta, come primo, secondo o anche come antipasto, ed in alcuni casi come aperitivo. Sulla ricetta del baccalà mantecato comunque si è scritto davvero tanto e ancora oggi ci sono diverse versioni, ognuna delle quali è indicata come quella originale ovviamente.
Volatili nella cucina veneta
L’utilizzo degli animali da cortile era davvero molto diffuso in Veneto, e non è un caso che ancora oggi tante ricette regionali prevedano l’uso di carne di volatili. Qualche esempio: la famosa oca in tonto, che tradotto dal dialetto significa oca sotto grasso. Si tratta di un’oca spennata che viene messa in un recipiente coperta completamente da olio, aglio, sale, pepe, rosmarino. Si lascia cuocere adagio in modo che la carne lasci andare il grasso, e quando è molto tenera si toglie la pelle dalla carne, si disossa l’oca e si lasciano a pezzi petto e cosce. La carne va conservata in un vaso di terracotta con foglie d’alloro e coprendola con il suo stesso grasso.
Ma non finisce qui: nella tradizione culinaria veneta sono diffuse anche le frattaglie, per esempio il fegato alle cipolle è molto diffuso e viene preparato con un soffritto di bullo e di cipolla al quale viene aggiunto il limone per dare l’acidità giusta.
Il fegato dei volatili è spesso utilizzato nelle ricette tradizionali, nella maggior parte dei casi per dare un tocco di sapore ai risotti o alle minestre.
Il riso e le spezie nella cucina veneta
Anche le spezie sono molto diffuse nella cucina tradizionale veneta, soprattutto l’uvetta, chiodi di garofano e cannella che sono spezie che provengono dall’Oriente. Del resto i veneziani da sempre importano grandi quantità di spezie che usano per conservare i cibi e anche per dare un equilibrio di sapore fra dolce, agro, salato. Ad esempio le sarde in saor, uno dei piatti più tipici della cucina veneta, prevede proprio l’uso dell’uvetta. Anche il riso è un ingrediente davvero noto nella cucina veneta, soprattutto preparazioni come risi e bisi che vengono chiamate minestre dense. La prima è preparata con l’uso di piselli freschi, mentre la risi e figadini con frattaglie. In generale nella cucina veneta è diffuso anche il riso con il pesce, come il risorto rovinassi e con il radicchio rosso di Treviso che è molto apprezzato e conosciuto.